Negli Stati Uniti, i produttori di vino e alcolici sono preoccupati perché il consulente sanitario della Casa Bianca ha proposto di introdurre etichette che informino i consumatori sui rischi di cancro legati al consumo di alcol. Questa misura sarebbe simile a quella adottata per i pacchetti di sigarette, che avvertono chiaramente sui pericoli per la salute.
Se la proposta del Surgeon General, Vivek Murthy, venisse approvata, i produttori italiani di vino potrebbero subire un duro colpo. Gli Stati Uniti, con una quota del 22,6%, rappresentano infatti il principale mercato per il vino italiano, generando circa 1,8 miliardi di euro all’anno. L’annuncio di Murthy ha provocato agitazione anche a Piazza Affari, dove il titolo Campari ha perso il 3,8%, Remy Cointreau il 4,3%, Pernod Ricard il 2%, Diageo il 2,4% e AB InBev l’1,9%.
Murthy è stato netto: «Il consumo di alcol è la terza causa prevenibile di cancro negli Stati Uniti, dopo il tabacco e l’obesità, aumentando il rischio di almeno sette tipi di cancro», ha detto il consigliere Usa al Washington Post. Per questo ha chiesto che le linee guida sui limiti di consumo di alcol vengano rivalutate in modo che le persone possano soppesare il rischio di cancro quando decidono se o quanto bere.
Nonostante le dichiarazioni del Surgeon General abbiano sollevato un ampio dibattito, l’introduzione delle etichette salutistiche negli Stati Uniti sembra ancora lontana. Infatti, solo il Congresso ha il potere di imporre l’obbligo per i produttori di apporre etichette che avvertano sui rischi per la salute, e non è chiaro se il nuovo Congresso e l’amministrazione entrante sosterranno questa proposta.
Al momento, sembra che la tendenza vada in direzione opposta: il presidente eletto Donald Trump, che prenderà ufficialmente possesso della carica il 20 gennaio, avrebbe già fatto sapere di voler nominare Janette Nesheiwat, medico di famiglia e di emergenza, nonché ex collaboratrice di Fox News, come nuovo Surgeon General, in sostituzione di Murthy.